CESARE MONTESANO, CONSULENTELettera al direttore

Scendiamo sempre più in basso, ma in questo caso positivamente. Negli ultimi mesi, ho letto diversi articoli sui prodotti a bassa temperatura, per cui, complimenti ai produttori di vernici in polvere, sempre cosi attenti alla sostenibilità e, attraverso il risparmio energetico, alla riduzione dei costi.

Le prime formulazioni di polveri a bassa temperatura, risalgono agli anni 70, erano solo epossidiche e si poteva scendere a 130°C circa per 30 min, contro gli standard 180°C per 30 min oppure 200°C per 15 min. Allora c’era una forte crisi energetica e sembrava la panacea di tutti i mali avere a disposizione questi prodotti. Grazie ad essi, c’è stata comunque una maggiore espansione e facilità per entrare in settori nuovi (per le polveri), riducendo contemporaneamente l’impiego di vernici a solvente, quindi offrendo una maggiore attenzione all’ambiente.

Poi sono arrivate le epossipoliesteri, polimerizzabili tra i 140/160°C e dopo le poliuretaniche e le poliesteri che, dai classici 190/200°C potevano essere, opportunamente accelerate, polimerizzabili a circa 160°C. Purtroppo, con qualche limite estetico e di resistenze ai raggi UV.

All’inizio del 2000, abbiamo cominciato a studiare le polveri fotopolimerizzabili, con possibilità di lavorare a circa 130°C per pochi minuti, con l’obiettivo principale di offrire una soluzione per supporti termosensibili, quale MDF o plastica, ma nessuno vietava di utilizzare questi prodotti anche su metalli o manufatti composti da diversi materiali e/o già assemblati, tipo motori elettrici, pompe e altro. Ahimè, nonostante questi vantaggi (temperatura bassa e tempi di polimerizzazione molto ridotti), accompagnati da un eccellente aspetto estetico – distensione e brillantezza paragonabili ai prodotti liquidi, quindi niente buccia d’arancia – è mancato allora quello sviluppo che meriterebbero anche oggi.

Da qualche mese, apprendo dalla rivista Verniciatura Industriale che un produttore di polveri (nazionale) ha sviluppato e propone polveri poliuretaniche – quindi anche per esterno – polimerizzabili tra 130 e 150°C per pochi minuti. Oggi mi risulta che, per esterno (in architettura), si lavori ancora con vernici che polimerizzano tra 190/200°C e per almeno 15/20 minuti.

Eccellente, quindi, lo sforzo dei produttori di polveri nello sviluppare nuove formulazioni, sempre più attenti all’ambiente, riducendo il consumo di energia e consentendo di verniciare a minor costo, soprattutto giocando sul compromesso tempo di permanenza, temperatura di polimerizzazione ed estetica. Inoltre, pensiamo a pezzi con grandi masse, processabili in minor tempo, oppure alle pressofusioni e manufatti zincati che, per diversi motivi, se sottoposti a cicli di cottura alti (180/200°C) tendono a degasare, compromettendo l’estetica e la loro funzionalità (microforellini passanti).

Certamente, nonostante tutti gli sforzi fatti e da molti anni, a mio avviso le polveri a bassa temperatura vengono ancora poco utilizzate. Paura delle novità? O forse se ne parla ancora troppo poco, ed occorre stimolare e sollecitare il mercato, fare formazione e promuovere nuove iniziative.

Bene, qualcuno sosteneva che la ricerca fosse ferma, invece, ed è giusto cosi, è proprio nei tempi più difficili che bisogna accelerare per fare più ricerca e nuovo sviluppo.

In bocca al lupo!!

DANILO O. MALAVOLTILa risposta

Caro Cesare,

le comunicazioni riguardanti le possibilità di produrre e utilizzare polveri a bassa temperatura di polimerizzazione (cottura) non sono una novità, se riguardiamo il passato, quando Massimo Riva e Antonio Luchini nel 1971 (novembre 71 di Verniciatura Industriale) e Gino Mastropietro (Verniciatura Industriale, febbraio 1972) rendevano pubblico che esisteva la possibilità di produrre polveri capaci di polimerizzare (i primi) a 150°C per 25-30 minuti, oppure (il secondo) a 130-150°C, invece dei tradizionali 180°C.

Invece, le comunicazioni sulla commercializzazione di polveri di questa natura sono state pubblicate in questi ultimi anni in particolare grazie al lavoro di Cristoforo Brendas e collaboratori della Arsonsisi (a partire dal 2015), e di Francesco Bellucco della Pulverit (nel 2017). Cristoforo Brendas ha presentato l’uso industriale delle polveri di polimerizzazione a 150°C per 20 min presso l’azienda BFTM di Numana, Ancona.

Francesco Bellucco, con Andrea Perelli, presso Verniciatura Moderna, Burago Molgora, Monza Brianza.

Ci auguriamo che il loro lavoro possa svilupparsi, una differenza di 40-50°C, per chi vernicia, rappresenta un significativo miglioramento della competitività.

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