È significativa la storia della manutenzione del sommergibile Toti, giunto al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano dopo un “epico” viaggio dal Mare Adriatico, risalendo il fiume Po fino a Cremona, e da lì attraversando di notte le strade della Lombardia, il 14 agosto 2005.
Dopo 10 anni da quel giorno di agosto, nel 2015 si è ritenuto che la lunga esposizione in esterno nel cortile del Museo, in centro città, avesse messo in evidenza la necessità di affrontare una manutenzione complessiva dello scavo. Così l’ANVER, associazione verniciatura industriale, interpellata dal Museo, riunì alcuni professionisti del settore della protezione anticorrosiva, tra cui Vincenzo Festinante, Ispettore di qualità dell’Inac, Istituto Nazionale Anticorrosione che, dopo accurata analisi dello stato del rivestimento, suggerì la specifica del ciclo di preparazione e verniciatura dello scafo:
- idrogetto di preparazione del supporto (perché impossibilitati a sabbiare dato che il Museo si trova in centro a Milano, circondato da edifici residenziali)
- un fondo protettivo del tipo “surface tolerant”
- una finitura poliuretanica bicomponente grigia, per la parte superiore, e nera per l’opera viva (la parte dello scafo che sarebbe immersa nell’acqua).
Nel 2021, sei anni dopo tale trattamento, sfruttando il momento di assenza di visitatori a causa delle restrizioni della pandemia, buon senso ha spinto i responsabili del Museo a richiedere allo stesso Festinante una verifica sullo stato attuale della superficie esterna del Toti. Pur essendo ancora in buono stato l’Ispettore ha rilevato qualche piccola area che presentava fenomeni ossidativi (fig. 1), polvere ambientale su tutta la struttura, qualche area da riparare (fig. 2).
La decisione di dare manutenzione su tutta la superficie ha permesso di verificare l’eccellente lavoro di squadra delle aziende riunite dall’Anver che hanno “donato” il proprio lavoro e la propria competenza:
- NTA di Gerardo Lamesta e del suo team per il lavaggio generale e la rimozione delle parti ossidate (un idrogetto unico nel suo genere, perché eroga solo 2-4 l/min di acqua di rete a pressione elevata di 1.250 bar, quasi senza bagnare la pavimentazione sottostante perché l’elevata pressione fa evaporare immediatamente l’acqua “nebulizzata” dopo il contatto con il supporto (figg. 3 e 4)
- FES Servizi di Massimo Farinon e del suo team di applicazione del primer anticorrosivo “surface tolerant”, dove necessario, e della finitura con prodotti Jotun (figg. 5 e 6).
La manutenzione periodica di una struttura metallica fa parte integrante del ciclo di verniciatura anticorrosiva: se si fosse seguito sempre questo assioma , il ponte Morandi di Genova sarebbe vissuto probabilmente altri 50 e più anni.