Il fenomeno corrosivo dei metalli avviene sempre in natura, indipendentemente dai materiali di protezione che vengono applicati sui manufatti metallici, perché le reazioni chimiche che avvengono sulla loro superficie sono di natura elettrochimica.
Queste reazioni sono create dalla dissoluzione naturale dei metalli (con emissione di elettroni, cariati elettricamente negativi, che in cambio danno al metallo una carica positiva) e dalla riduzione dell’acqua e dell’aria dell’ambiente che avvolge il manufatto verniciato e che penetrano, facilmente o con difficoltà, attraverso lo strato del film protettivo che li ricopre (non esistono materiali organici completamente impermeabili): questa resistività al passaggio è misurata in ohm.
Si ricorda che la dissoluzione naturale dell’acciaio porta alla movimentazione elettronica con un potenziale standard di – 0,44 volt; dell’alluminio di -0,167 volt; dello zinco di 0,762 volt: l’area di dissoluzione del metallo è chiamata anodo.
Si ricorda anche che gli elettroni, movimentandosi a 300.000 km/secondo, a contatto con acqua e aria passate attraverso la struttura del film di vernice sovrapposta al metallo, le trasformano in ossidrili (che hanno carica negativa) nell’area chiamata catodo, creando la cellula di corrosione.