Verniciatura Industriale 658

EDITORIALE VERNICIATURA INDUSTRIALE 658

Produzione industriale e investimenti in positivo: effetti positivi di i4.0

Relegate nelle pagine interne dei principali mezzi di comunicazione, a pag. 11 del giornale di Confindutria, per esempio, le notizie relative alla produzione industriale nell’ultimo mese dello scorso anno sono favorevoli. Si conclude così un biennio di ripresa superiore alle attese, in particolare per la produzione manifatturiera in senso stretto: il 2022 si è chiuso con un +2% rispetto al 2021, che a sua volta aveva goduto di un ritmo di crescita eccezionale rispetto all’anno del disastro dovuto al virus cinese.

Circolano diverse ipotesi per spiegare questo andamento contrario a ogni previsione del malaugurio, che pure hanno caratterizzato settori governativi e d’opposizione, associazioni imprenditoriali e dei lavoratori, alla ricerca di qualche consenso e bonus: aumento degli acquisti sul mercato interno da parte delle aziende che normalmente si approvvigionano sul mercato cinese, per evitare le strozzature dell’offerta e dei trasporti; l’aumento della propensione agli investimenti, per il motivo precedente e i meccanismi di i4.0 (il +1,6% di dicembre è in gran parte dovuto a questa voce); la flessibilità di risposta tipica della struttura industriale italiana alle variazioni del mercato; un certo cambiamento del modello produttivo, dal just-in-time al just-in-case, anche in questo caso per le ragioni di cui al primo punto.

Poiché gli investimenti che permettono maggiore efficienza, produttività (e capacità produttiva), in un panorama che rimane critico per l’offerta di lavoro – come noto, è sempre più difficile trovare chi è disposto a impiegarsi nell’industria manifatturiera – sono la vera risposta che un Paese manifatturiero può dare se vuole continuare a rimanere competitivo e creare valore, facciamo appello al governo perché non tocchi una delle migliori leggi in tema d’innovazione tecnologica al mondo, i4.0, e anzi ne rinnovi la portata, ripristinando l’ammontare del credito d’imposta automaticamente modificato (ridotto) a fine dicembre: contrariamente ad altre misure da paese bananero, bonus e redditi da sofà, qui non si tratta di “mettere sul piatto” nulla, ma di confidare nell’aumento dei benefici dovuto alla mobilitazione delle risorse per gli investimenti – come sta a testimoniare l’aumento registrato in tutto il 2022 – e della produzione di maggior valore permesso dall’entrata a regime di tali nuovi investimenti: incrociamo le dita.