Verniciatura Industriale 661

EDITORIALE VERNICIATURA INDUSTRIALE 661

Reshoring, nearshoring, friendshoring

I tre movimenti che tentano di spiegare i motivi di una ripresa economica atipica che ha interessato il biennio post-pandemia in molte economie occidentali – e che in alcuni mercati continua, pur a fronte delle incertezze dovute alla sostanziale stagnazione degli stipendi, l’alta inflazione e l’aumento dei tassi d’interesse – si fondano sostanzialmente sul cambiamento dell’atteggiamento delle aziende in relazione alla catena delle forniture: dalla ricerca del prezzo più basso alla ricerca della sicurezza delle forniture.

La sicurezza delle forniture – o dei mercati di approvvigionamento – è stata messa in crisi inizialmente dal fattore covid (la chiusura del mercato cinese per la politica “zero covid”), da vari problemi logistici, e in seguito dalla chiusura delle forniture energetiche in seguito alla guerra scatenata dalla Russia nel centro dell’Europa. I modelli di sviluppo basati sulla ricerca del minor prezzo ne sono usciti penalizzati, spiegando sia il ripresentarsi dell’inflazione, dopo in ventennio di sostanziale stasi, sia la ricerca di ottimizzazione dei processi produttivi, il rilancio degli investimenti connessi, gli sforzi d’implementazione di automazione e delle tecnologie abilitanti i4.0.

Escluso, per alcuni mercati ad alto carico fiscale e parassitismo burocratico, il fenomeno del reshoring (rientro a casa delle aziende che in precedenza avevano portato la produzione fuori dai confini nazionali) – come nel caso italiano – alcuni mercati europei hanno spinto sul nearshoring, spingendo sull’acquisto di prodotti prima comprati in Cina da fornitori con una struttura manifatturiera che ha mostrato resilienza durante il trentennio della globalizzazione e il biennio pandemico, Italia e Portogallo, per esempio, che mostrano tassi di crescita interessanti.

Il friendshoring è la strutturazione di una politica di programmazione per il futuro al di fuori delle contingenze: la ricerca di quei mercati da integrare nelle catene delle forniture che condividono alcuni principi fondamentali, in particolare la sostenibilità politica e la libertà (sociale e d’impresa). Finita, con il disinteresse cinese per il funzionamento dell’interdipendenza dei mercati globali e la guerra Russa, l’idea (o illusione) “che la politica e le sue divergenze possono essere semplicemente espunte dalla realtà attraverso un buon trattato commerciale” (Vittorio Emanuele Parsi, “Il posto della guerra e il costo della libertà”, Bompiani, 2023), sarà necessario “prezzare” e accettare il costo della libertà, così come stiamo imparando a fare con il costo della salvaguardia ambientale” (opera cit.).

Per questo mercati lontani ma, appunto, caratterizzati da una comune adesione ai principi prima citati – il Messico, per esempio – sono potenziali territori d’interesse per l’industria manifatturiera, e in quest’ambito anche la nostra azienda si è attivata per preparare la strada a chi è alle prese con le sfide dell’internazionalizzazione (e della ricomposizione delle proprie catene di fornitura). Un programma di soft landing in Messico è a disposizione delle aziende europee che stanno riprogrammando la propria politica di espansione internazionale.