Sabino Di Pierro
Da un intervento di Sabino Di Pierro (Fismet Service) intorno a obiettivi e tecnologie del lavaggio industriale, durante i P&E Milano Coating Days 2023, estraiamo una soluzione per un lettore della nostra rivista alle prese con la necessità di eliminare un difetto di verniciatura su supporti polimerici: l’anidride carbonica in fase “neve” come agente di lavaggio.
Siamo stati recentemente contattati dal capo impianto di un’azienda di verniciatura per conto terzi che si è trovato a fare i conti con difettosità in aumento (schivature) sui pezzi in materiale polimerico verniciati dall’azienda. Dopo le necessarie verifiche sulla potenziale contaminazione da sostanze inquinanti in cabina o, in generale, nell’ambiente di fabbrica, e altri controlli (uso di guanti per la loro manipolazione, cambio dei panni di pulizia manuale delle superfici), abbiamo segnalato un metodo interessante riproposto da Sabino di Pierro in uno degli incontri dell’edizione 2023 dei P&E Milano Coating Days, l’uso dell’anidride carbonica come agente di lavaggio.
«L’anidride carbonica – ha detto Sabino in uno dei suoi interventi – è un composto che, come tutti gli elementi, si può trovare in differenti stati della materia. Come l’acqua, infatti, esiste nello stato solido, liquido e gassoso. A seconda dello stato in cui si trova può compiere varie funzioni e ottenere diversi risultati: nel lavaggio industriale, Fismet la utilizza in sostituzione a solventi sia quelli che oggi non si possono utilizzare a norma di legge, sia quelli che ancora vengono talvolta utilizzati, riducendo le emissioni e offrendo un servizio veramente green, rendendo l’anidride carbonica sottratta all’atmosfera una risorsa utile e versatile:
- nella “fase neve”, quando la CO2 viene applicata sulla superficie compie tre azioni principali: una chimica (funziona da solvente), una criogena (abbassa drasticamente e in modo differenziale le temperature di contaminante e superficie, favorendo il distacco del primo) e una meccanica (nel cambio di stato, da solida a gassosa che si verifica al contatto con la superficie si genera un’“implosione” che stacca e trascina con se lo sporco di minime dimensioni, nella scala del micron, µm)
- nella “fase ghiaccio” i geodi di CO2 (“chicchi di riso” di ghiaccio secco) che impattano sulla superficie esplicano un effetto criogeno che permette di pulire scritte, graffiti, e stampi, anche nel settore della gomma (dove si lavora anche ad altissime temperature, comprese tra i 600 e i 700 °C)
- nello stato liquido la CO2 ha qualità sgrassanti eccellenti e, per questo, viene utilizzata anche nel lavaggio “a secco”, in sostituzione del percloroetilene, sostanza sempre più difficile e costosa da smaltire a fine uso
- nello stato supercritico (in questa fase è un liquido che si comporta come se fosse un gas), l’anidride carbonica trova infine utilizzo nella pulizia dei particolari più delicati, per esempio protesi per il corpo umano: si tratta di oggetti solitamente molto porosi, cosa che rende complicata la pulizia completa del pezzo, che si riesce invece a ottenere, anche all’interno delle porosità, con CO2 In questo stato particolare».
Nel caso specifico sottoposto alla nostra attenzione, le soluzioni da provare sono le prime due. Probabilmente la prima soluzione, quella del lavaggio mediante neve carbonica, è quella d’uso più semplice e immediato. Sono infatti a disposizione delle apposite pistole manuali, collegate al serbatoio (bombola) di CO2, che permettono il loro uso quando necessario (il nostro interlocutore con problemi di schivature sottolinea che, nel suo caso, la verniciatura di supporti polimerici è discontinua e per piccoli lotti), e non richiedono né alimentazione elettrica né altre attrezzature speciali, potendo utilizzare la CO2 in una normale cabina aspirata, giacché, sublimando, non produce alcun tipo di refluo, e il contaminante staccato dalla superficie viene aspirato insieme alla stessa CO2.