Intervista a: Rosario e Giuseppe Costanzo, Came
Produttore di sistemi di depurazione degli effluenti gassosi con differenti tecnologie, Came progetta e installa i sistemi ACRI, adsorbitori a carboni attivi a rigenerazione interna. Lo stato dell’arte della tecnologia in quest’intervista.

I sistemi ACRI sono una soluzione interessante per la depurazione di flussi gassosi a bassa concentrazione di COV, tipici delle aziende che verniciano con prodotti liquidi a spruzzo o cataforesi, in particolare quando le produzioni non sono continue o mostrano grandi variazioni delle concentrazioni durante la giornata lavorativa. Combinano i vantaggi dei sistemi a carboni attivi – lavorano senza la necessità di bruciare gas quando le concentrazioni scendono sotto la soglia dell’autosostentamento, non necessitano di preriscaldo all’inizio del turno di lavoro – con quelli della postcombustione, che si attiva, al fine di rigenerare il carbone attivo, solo nel momento in cui il letto di carbone risulta saturo.
Al termine degli studi d’ingegneria chimica e un periodo di formazione sul campo, Giuseppe Costanzo ha affiancato il padre Rosario in azienda, potenziando l’ufficio tecnico di Came, produttore di sistemi ACRI, accelerando lo sviluppo di soluzioni su misura per le necessità specifiche delle aziende di verniciatura e predisposto un piano di manutenzione e ottimizzazione degli impianti ACRI già attualmente operativi, in Italia e all’estero.

DOM – Quali sono le novità riguardo l’ufficio tecnico e di progettazione di Came?
GC – Con l’introduzione di un software specifico di fluidodinamica oggi il nostro ufficio tecnico è in grado di progettare autonomamente impianti sempre più efficienti, e di proporre l’efficientamento degli impianti ACRI già installati, se richiesto, con il supporto di un sistema capace di effettuare un’approfondita analisi digitale dei flussi, specifica per ciascun impianto.
RC – Il potenziamento dell’ufficio tecnico ci ha permesso già di provvedere all’ottimizzazione del funzionamento di alcuni degli impianti che avevamo installato negli anni scorsi, in Italia e all’estero (in Romania, per esempio), introducendo modifiche che permettono di migliorare le capacità d’adsorbimento del carbone attivo – eliminando turbolenze e omogeneizzando la distribuzione degli effluenti sul letto – e ottimizzare l’intervallo di tempo per la loro rigenerazione.

DOM – Qual è la richiesta del mercato?
GC – Abbiamo installato un nuovo impianto in una nota azienda del bellunese, Colorpoint, in fase d’avvio. È il secondo impianto che realizziamo in questa zona, dopo quello già installato in Galvalux, azienda di riferimento nell’area bellunese. Si tratta di un impianto di dimensioni importanti, nel quale abbiamo integrato tutti i miglioramenti frutto delle esperienze precedenti e dei nuovi sistemi a disposizione del nostro ufficio tecnico. È al servizio di 3 cabine d’applicazione da 30mila Nm3/h, indipendenti (ognuno con il suo adsorbitore) ma collegate a un unico generatore di vapore per la rigenerazione dei letti di carbone attivo – la rigenerazione si attiva alternativamente per ciascun adsorbitore – e un unico postcombustore per l’eliminazione termica dei COV desorbiti dai carboni in fase di rigenerazione. È un impianto che offre la massima flessibilità d’uso: quando una cabina non è attiva viene “isolata” dal sistema, quindi è stato possibile progettare un impianto di rigenerazione e postcombustione di scala minore rispetto a quanto sarebbe stato necessario in caso di cabine sempre collegate, con significativi risparmi d’investimento e di gestione. Appena possibile, chiederemo ai titolari dell’azienda di poter effettuare una visita, per illustrare ai lettori di Verniciatura Industriali i risultati effettivi.
Un altro nuovo impianto è in funzione presso la Pezzolato, importante azienda produttrice di macchine agricole sediata in Piemonte, zona nota per la stringente politica di controllo delle emissioni industriali, nella quale abbiamo in funzione un altro impianto che è già stato oggetto di reportage in Verniciatura Industriale (HT Italia).
RC – L’evoluzione tecnologica non è solamente una questione d’impianti. In questi ultimi anni abbiamo avuto l’opportunità di selezionare diversi tipi di carbone attivo, e in quest’ambito è possibile utilizzare prodotti d’efficienza molto diversa. Oggi possiamo effettuare le giuste valutazioni anche in quest’ambito per poter offrire l’impianto ottimale per ciascuna esigenza, anche in funzione dell’efficienza del carbone attivo utilizzato per i nostri adsorbitori. A maggiore efficienza, maggiore concentrazione, dunque è necessario rigenerare con intervalli rigidi. Anche per questo motivo oggi i nostri impianti montano sensori capaci di dare le giuste informazioni al gestore e, in ogni caso, ferma automaticamente l’operatività del letto in fase di saturazione, per evitare di superare i livelli di sicurezza.

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