Con il principale cliente che incide solo per il 10% sul fatturato, MG, terzista specializzato nei trattamenti delle superfici metalliche per prodotti di design, si distingue nella gestione di progetti su misura e stimola la filiera a sviluppare soluzioni smart per la verniciatura altamente personalizzata.
MG nasce nel 2003 come spin-off dell’azienda di famiglia specializzata nella pulitura metalli, un’attività molto sviluppata nella Val Sabbia, zona nota per la produzione di maniglie. Con sede a Vestone, in provincia di Brescia, l’azienda ha inizialmente focalizzato la sua attenzione sulla protezione dei manufatti in ottone per poi svilupparsi verso altri settori quali accessoristica per il mobile, illuminazione, rubinetteria e componenti per elettronica ed aereonautica.
«Siamo terzisti puri e, nel tempo, abbiamo cercato di differenziarci offrendo soluzioni di finiture diverse, oltre alla semplice protezione e ai servizi di burattatura, sabbiatura e lavaggio. L’obiettivo era sviluppare il business senza limitarci alla clientela locale e senza escludere mercati potenzialmente interessanti. Così siamo entrati nei settori dell’illuminazione e del design e dell’elettronica. Fin dall’inizio, abbiamo adottato un approccio propositivo, affiancandoci al cliente nella scelta della finitura più adatta. Dal 2017, attraverso un percorso commerciale strutturato, abbiamo puntato su nicchie di mercato di nostro interesse, arrivando oggi a contare oltre il 50% dei nostri clienti fuori regione, in mercati molto diversi tra loro», spiega il titolare Eros Melzani.
LA SFIDA DEI PICCOLI LOTTI
Con lo sviluppo del business verso progetti sempre più personalizzati e un approccio più consulenziale, la diversificazione della clientela è aumentata. Questo ha portato a una crescente complessità nella gestione delle commesse. Per dare un’idea più chiara, i pezzi trattati giornalmente variano dai 20 ai 30 mila, a seconda della geometria, su un turno e mezzo.
Come spiega Melzani: «abbiamo lotti piccolissimi, anche di un solo pezzo – magari un gruppo rubinetteria – che deve essere gestito con estrema cura e lavorato completamente a mano. Questo richiede una gestione molto dispendiosa in termini di tempo, dalla ricezione dell’ordine allo stoccaggio, fino alla realizzazione e all’imballo. Il design si orienta sempre di più verso la customizzazione e non è raro lavorare su cerniere oleodinamiche per box doccia di colori diversi, dove il cliente invia un singolo pezzo, con margini di errore pari a zero. L’approccio su misura si riflette anche nei colori che possiamo gestire grazie al servizio tintometrico interno all’azienda».
Questo approccio completamente orientato al cliente comporta anche delle difficoltà nel far percepire la complessità della gestione di una commessa. «Come terzisti affrontiamo una sfida cruciale: da un lato far capire al cliente che la realizzazione di un singolo pezzo comporta costi di gestione elevati, dall’altro, non avere un contatto diretto con il cliente finale rende la comunicazione molto complessa», spiega il titolare.
MANODOPERA CERCASI
Il business non consente automazioni, sebbene si sia tentato con un robot a programmazione punto-punto, poi abbandonato due anni fa a causa dell’alta varietà dei pezzi da trattare. «Gestiamo almeno 10 tipi di trasparenti, tra lucidi, opachi, semi-opachi, antibatterici, alto solido e basso solido. I colori e i cicli vengono pianificati settimanalmente e il colore lo gestiamo manualmente in elettrostatica con tre macchine a miscelazione. Attualmente abbiamo quattro verniciatori e una quinta risorsa in formazione», spiega Eros Melzani.
Il problema che attualmente frena maggiormente lo sviluppo dell’azienda non è la domanda del mercato, ma la mancanza di manodopera e l’alto turnover dei collaboratori. Questa difficoltà è in parte legata alla localizzazione dell’azienda, ma anche alla scarsa attrattività del settore.
L’azienda non riesce a coprire due turni completi proprio per la mancanza di maestranze, tema che riguarda molte aziende del settore. «La soluzione apprezzata, come compromesso, è stata quella di accogliere le richieste per il lavoro part-time. Con un turno part-time, in aggiunta a quello completo, riusciamo ad aumentare la produttività, ma non possiamo spingerci oltre» commenta il titolare.
Per quanto riguarda gli impianti, già oltre vent’anni fa l’azienda ha scelto il lavaggio a base acqua, che ha costi di gestione probabilmente più elevati ma è sicuramente più sostenibile a livello ambientale. L’impianto di verniciatura è classico, con trasportatore monorotaia. Per quanto riguarda la telaistica, l’azienda utilizza soluzioni universali capaci di gestire migliaia di componenti trattati, circa 5-6 mila per 300 cicli, con una media di 15-20 mila variabili. «Quando parlo di 20 mila variabili l’anno, intendo che ogni pezzo deve essere lavato, spazzolato, ottonato, e così via. I telai sono per il 95% strandard, mentre il restante 5% è dedicato a progetti specifici e quindi a carico del cliente. I nostri principali fornitori di prodotti vernicianti sono Lechler e Vernici Caldart» conclude Eros Melzani.
PARAMETRIZZARE
In MG, il cliente più grande rappresenta il 10% del fatturato. Questo significa che l’elevata frammentazione delle tipologie di prodotti trattati, spesso personalizzati, ha reso necessari interventi per gestire al meglio questa complessità.
«Da quest’anno, grazie a un software dedicato, abbiamo parametrizzato tutto il possibile, considerando che siamo specializzati nella finitura manuale. Questo significa impostare il setup del forno in base alla ricetta e, a seconda della vernice e della finitura, regolare la velocità del binario e la temperatura. Il sistema ci permette di tracciare anche una serie di parametri di inefficienza. Con questi dati possiamo fare analisi mensili e standardizzare i processi, per quanto possibile, cercando di ridurre al massimo il margine di errore» spiega Eros Melzani.
Tuttavia, anche quando i processi sono definiti, possono subentrare variabili esterne. L’esempio più recente è stato un cambio di componente nelle resine, non comunicato dall’azienda fornitrice, che ha alterato la finitura richiesta dal cliente. «Purtroppo è toccato a noi, con le nostre risorse, capire dopo due mesi di scarti che il problema era nella vernice. Prima di giungere a questa conclusione, abbiamo esaminato attentamente tutti i processi precedenti, con un enorme dispendio di tempo» commenta l’imprenditore, precisando: «nel nostro modello di business, oltre ai controlli classici, a volte è necessario, soprattutto con clienti molto esigenti, crearci autonomamente procedure interne standardizzate. Sappiamo in anticipo dove potrebbero sorgere problemi e cerchiamo di prevenire eventuali contestazioni».
SPERIMENTAZIONE E CREATIVITÀ
La fase sperimentale, la più creativa, è quella che permette all’azienda di crescere e rendere il lavoro stimolante, oltre che potenzialmente più attraente per le nuove generazioni. L’azienda collabora con marchi molto noti, gestendo commesse che richiedono un lavoro manuale estremamente accurato e preciso. Questo lavoro viene svolto da un team di otto donne, che in MG si occupano di produzione “fuori linea” come piccole serie, prototipi o lavorazioni complesse, spesso con dimensioni particolari che esulano dalle linee standard.
Eros Melzani ha compreso l’importanza di valorizzare le risorse umane e riconoscerne i meriti. Per questo, quando possibile e in presenza di clienti aperti e lungimiranti, organizza visite presso le aziende clienti, consentendo al team di vedere da vicino l’intero processo produttivo.