Chemiforesi o cataforesi?

RESISTENZA ALLA CORROSIONE

É uguale alla resistenza del primer cataforetico, applicato allo stesso spessore: 14-15 micron.

COPERTURA DEGLI ANGOLI

É ben migliore il risultato di copertura degli angoli del manufatto metallico con l’ODC (Organic Dip Coat) rispetto alla cataforesi.

COPERTURA DELLE PARTI SCATOLATE

Migliora anche l’applicazione nelle parti scatolate con l’uso dell’Organic Dip Coat, in quanto la tecnologia cataforetica, per quel fenomeno chiamato gabbia di Faraday, impedisce il completo deposito elettrico al loro interno. La tecnica del deposito chimico elettrostatico dell’Organic Dip Coat, invece completa l’adesione al 100% in ogni parte. Aggiungo, anche se non richiesto dal lettore, che la differenza sostanziale di questo processo, che personalmente mi piace chiamare “chemiforetico”, rispetto alla vecchia “autoforesi” degli anni 80 che non ebbe successo commerciale, è dovuta al fatto che l’attacco chimico del supporto metallico portava rapidamente a inquinare il bagno con eccesso di ioni ferrosi sciolti, costringendo a rimuoverlo totalmente in brevissimi periodi: cosa che non succede con l’Organic Dip Coat della Chemetall.

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alberto fedozzi

22 Marzo 2021 9:06

buongiorno , posso avere contatti per prove in chemiforesi ?
grazie

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Eduardo Castro, titolare della grande azienda PIC, di verniciatura per conto terzi di San Paolo del Brasile, ci scrive richiedendo che le notizie pubblicate sul fascicolo di novembre 2019 di Verniciatura Industriale e riguardanti la ditta Ver di Palestrina, in provincia di Roma, la quale ha sostituito la cataforesi con la innovativa tecnologia della Chemetall, chiamata “ODC-Organic Dip Coat”, oltre alla grande riduzione di costi di consumo dell’elettricità, di energia e di acqua di lavaggio dell’eccesso di primer non aderito elettricamente, come riportato nel reportage, possono dare costanza operativa e, nello stesso tempo, dare la certezza di una validità dal punto di vista anticorrosivo, di completa adesione al supporto metallico in ogni punto, anche nelle parti scatolate, di analogo spessore sugli angoli uguale e tutta l’altra superficie dei manufatti: in poche parole, capace di superare la “concorrenza” del processo cataforetico.
Per rispondere alle richieste, informo che l’azienda di Giussano in Brianza ha messo a disposizione degli interessati una documentazione fotografica al riguardo durante il convegno Nanotecnologie 2019, che riporto al lettore e che invio all’imprenditore brasiliano.