VI – Roberta, da quali riflessioni nasce il suo interesse per questo argomento?
Roberta Lago – Ho vissuto e vivo i problemi legati allo spreco delle risorse nelle aziende, che ritengo siano un grande buco nero per l’efficienza delle attività produttive. Penso che non possiamo più permettercelo e che, ogni azienda insieme ai propri fornitori e ai propri clienti debba trovare una modalità di collaborazione che possa abbattere questi inutili costi. Non è quindi solo un concetto legato all’ecologia, ma soprattutto alla necessità di definire nuovi sistemi economici e gestionali.
VI – In che modo possiamo considerare favorevolmente una forma economica “circolare”? Da quale punto di vista?
Roberta Lago – L’economia circolare, secondo la definizione che ne dà la Ellen MacArthur Foundation, «è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera».
L’economia circolare è dunque un sistema in cui tutte le attività, a partire dall’estrazione e dalla produzione, sono organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per qualcun altro (rifiuti uguale cibo). Nell’economia lineare, invece, terminato il consumo termina anche il ciclo del prodotto che diventa rifiuto, costringendo la catena economica a riprendere continuamente lo stesso schema: estrazione, produzione, consumo, smaltimento.
Si pone quindi come necessaria la transizione dal modello lineare ad un modello circolare, che nella considerazione di tutte le fasi – dalla progettazione, alla produzione, al consumo, fino alla destinazione a fine vita – sappia cogliere ogni opportunità di limitare l’apporto di materia ed energia in ingresso e di minimizzare scarti e perdite.
Adottare un approccio circolare significa rivedere tutte le fasi della produzione e prestare attenzione all’intera filiera coinvolta nel ciclo produttivo.
Questa attenzione passa per il rispetto di alcuni principi di base, che la Fondazione Ellen Mc Arthur ha individuato in 5 criteri fondamentali.