Dopo la documentazione di cancerogenicità dei derivati di cromo, piombo, cadmio e dopo le messa in allarme per lo zinco metallico, eccoti nel 2016 – confermate anche attualmente – le notizie del rischio cancerogeno per inalazione del biossido di titanio fornite dalla Francia e poi dall’ECHA europea (però si spera che una volta inglobato nelle resine il pimento bianco, possa venire a mancare la sua aerodisponibilità e di conseguenza possa venir meno il rischio inalazione.
Eppure il prodotto fa – quasi – miracoli, senza creare danni sanitari, come quelli delle vernici al biossido di titanio monoparticellare sotto irraggiamento UV, quando applicate sulle pareti esterne degli edifici lungo le strade cittadine, trasformano il gas inquinante NOx, emesso dagli scarichi delle automobili e da altri mezzi di trasporto, in nitrato successivamente dilavato dalla pioggia, annullando l’inquinamento gassoso presente. Come quelli delle vernici solari che – secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore – alcuni ricercatori australiani del Royal Melbourne Institute of Technology hanno sviluppato per produrre idrogeno dal vapore acqueo dell’ambiente circostante la verniciatura delle ”cose” verniciate con questi prodotti. Il sale della vernici che contribuisce ad assorbire l’umidità dell’ambiente nel film applicato è il solfuro di molibdeno, mentre il biossido di titanio monoparticellare sfrutta l’energia ultravioletta solare per scindere la molecola d’acqua in atomi di idrogeno e ossidrili.
L’idrogeno può essere quindi utilizzato per produrre energia pulita.
I risultati della ricerca australiana assomigliano non poco, anche se in ambiti differenti, a quelli ottenuti a suo tempo (2011) dai tecnici della Italcementi di Bergamo con la nota vernice fotocatalitica di ossido di titanio integrato da calce. Questo prodotto era ottenuto facendo reagire la calce con un precursore dell’ossido di titanio in soluzione alcalina, che non cambiava la propria struttura, ma favoriva la reazione catalitica di abbattimento dell’inquinamento gassoso stradale, una volta applicato, come detto, sui muri prospicenti le strade. Se la innovativa vernice australiana solare raggiungerà la commercializzazione, potrebbe creare un altro metodo ecologico ed economico per generare energia elettrica, a partire dall’idrogeno.