Lanciate industrialmente più di 40 anni fa da un manipolo di produttori di resine e smalti di finitura, i prodotti all’acqua hanno infine accelerato la loro penetrazione sul mercato industriale a seguito della loro introduzione nelle linee di verniciatura delle carrozzeria automobilistiche (OEM).
Nei campi in cui, invece, sono ancora applicati prodotti al solvente, le soluzioni disponibili oggi sono sostanzialmente due: l’installazione di un post-combustore (o RTO, Rigenerative Thermal Oxidizer) o un impianto a carboni attivi auto rigenerabili in loco, con spese operative molto ridotte dopo l’investimento d’acquisto, comparabile quest’ultimo rispetto ai primi, fermi restando i volumi d’aria trattati.
La decisione di scelta dipende da molte variabili, tra cui i volumi d’aria da sottoporre a trattamento, la continuità dell’emissione solventi in fase operativa, la possibilità di concentrare i solventi in cabina, l’integrazione con la centrale di trattamento aria dell’impianto per il recupero del calore dei flussi d’aria trattata in uscita dall’RTO. Gli impianti a carboni attivi auto rigenerabili in loco, sviluppati e prodotti dall’italiana Came (Bussero, Milano), sono indicati per trattare emissioni da 10.000 a 50.000 m3/ora, con moduli ampliabili in parallelo, in particolare quando non è prevista l’applicazione totalmente automatica (robotizzata) in cabine a concentrazione solventi o quando la produzione è discontinua. Per esempio, quando ci sono numerosi cambi-colore: si utilizza la cabina per poche ore giornaliere o pochi giorni alla settimana, o ancora, se si utilizzano sistemi di verniciatura misti acqua/ solventi.
L’uso dei carboni attivi come metodo d’eliminazione dei COV si è visto limitato, in campo industriale, dalla necessità di rigenerare i carboni attivi fuori linea, presso aziende specializzate. Invece, gli impianti prodotti da Came – su progetto di Ezio Crespi, noto tecnico del settore – permettono la rigenerazione dei carboni attivi in linea, nei tempi programmati e gestiti dal gestore dell’impianto o autonomamente dall’impianto stesso, approfittando dei tempi di non utilizzo dell’impianto di verniciatura.
Dal punto di vista ambientale, nei casi effettivamente industrializzati si riscontrano emissioni residue di solventi comprese tra i 2 e i 20 mg/m3 (a fronte di limiti di legge, nelle diverse regioni italiane, di 50 mg/m3). I costi operativi sono, a parità di volumi d’aria trattati, significativamente inferiori rispetto ai sistemi RTO, nei casi soprammenzionati.
Le aree occupate dagli impianti sono comparabili a quelle necessaria dagli RTO. Il letto di carbone attivo richiede un ricambio completo a lungo termine (3-4 anni, a seconda dell’uso).
Vantaggi inequivocabili, spiegati chiaramente ed ho verificato che corrispondono al vero:
– ridotti consumi energetici sono inferiori al 10% del RTO
-La manutenzione è quasi assente: si cambiano i carboni ogni 3-5anni e più.
-15 anni di esperienza dal primo impianto.