IL PRETRATTAMENTO DELLE SUPERFICI METALLICHE È OPERAZIONE PRIMARIA PER IL SUCCESSO DI UNA VERNICIATURA, SIA DAL PUNTO DI VISTA PRESTAZIONALE – PER AUMENTARE LA RESISTENZA ALLA CORROSIONE – SIA PER MIGLIORARE L’ESTETICA FINALE. DAL 2001 SI È PARLATO DI INTRODUZIONE DELLA NANOTECNOLOGIA NELLE OPERAZIONI DI PRETRATTAMENTO, SUCCESSIVAMENTE ANCHE CON L’INTRODUZIONE DI SISTEMI DI NEBULIZZAZIONE.

Tra i protagonisti di questi avanzamenti tecnologici c’è sempre stato Andrè Bernasconi, prima in Dollmar, ora in DN Chemicals, ramo della casamadre che si occupa specificamente di prodotti per il pretrattamento alla verniciatura. Di seguito la sua intervista.

VI – In questi ultimi vent’anni il pretrattamento si è evoluto molto, ma negli ultimi due anni i grandi cambiamenti ai quali stiamo assistendo, prima la pandemia, ora la guerra in Ucraina, cambieranno anche il nostro mercato: diventerà sempre più “locale”?

AB – Le difficoltà degli ultimi tempi hanno sicuramente aumentato l’esigenza di tornare a fornire i magazzini, cosa che, negli ultimi anni, era stata ridotta drasticamente. Tra le attività di un’azienda produttiva vi è quindi anche la programmazione strategica di materiali e sostanze necessarie per una pianificazione continuativa.

Non c’è dubbio, però, che il momento sia molto complicato dal fatto che i prezzi delle materie prime siano spesso oscillanti e che si assista ad aumenti spropositati perché alcune aziende fanno scorte enormi: questo porta a un loop dove aumenta la richiesta anche se non si ha un bisogno immediato della cosa. Per alcuni prodotti subiamo queste speculazioni, ma abbiamo deciso di fare nuovi ordini quando troviamo un prezzo adeguato che ci consenta di non scaricare aumenti esagerati sui nostri clienti, comprando di alcuni prodotti indispensabili alla produzione quantità come scorta strategica, sperando che non crolli il prezzo.

VI – Questo stato delle cose ha anche un risvolto positivo: un’opportunità per sviluppare nuovi prodotti che utilizzano materie prime alternative?

AB – La ricerca di nuove formulazioni, anche solo individuando prodotti “intercambiabili”, è diventa una necessità, stiamo uscendo da una fase decisamente pigra, dove tutti erano concentrati a valorizzare i prodotti nuovi, intesi come ricerca e sviluppo e non a proporre nuove soluzioni anche per i prodotti “tradizionali”.
Ci sono prodotti che sono diventati delle commodities, e oggi come oggi diventa difficile far capire che questi prodotti, a basso valore aggiunto ma necessari, e solitamente utilizzati in grandi quantità, hanno quasi raddoppiato il prezzo. A proposito di questi prodotti che normalmente hanno margini più ridotti, non si può più accettare di ridurre ulteriormente i margini perché non è più sostenibile.

VI – Vuol dire anche che c’è una disponibilità inferiore ad investire sulle innovazioni?

AB – No, tutt’altro, per il discorso che facevo prima: bisogna necessariamente trovare delle soluzioni alternative perché in alcuni casi una di queste soluzioni deve coprire il tempo necessario all’approvvigionamento delle materie prime per la produzione tradizionale, quando saranno disponibili sul mercato. Quindi necessariamente bisogna trovare l’alternativa che al momento e in futuro coprano il fabbisogno. Noi già da più di un anno abbiamo iniziato a modificare con materie prime alternative le formulazioni di alcuni prodotti perché alcuni prezzi sono andati alle stelle e i clienti oltre un certo limite non sono più disposti a pagare, come è normale che sia, soprattutto in alcuni mercati, come i verniciatori conto terzi che sono sempre presi fra incudine e martello. A quel punto allora devi trovare soluzioni che abbiano costi accettabili che è il loro margine, altrimenti “strangoli” il tuo stesso cliente, rispondere a questa esigenza ti obbliga a rivedere le formule e prendere in considerazioni soluzioni innovative, che sono analoghe alle tradizionali o, il più delle volte, addirittura migliorative.

VI – In generale, secondo lei, dove sta andando il pretrattamento dei metalli? È richiesta sempre più diversificazione e specializzazione oppure alcune categorie di prodotto stanno diventando lo standard?

AB – Gli unici prodotti a mio avviso a diventare standard sono i fosfatanti, intesi proprio dai più banali ai fosfati di zinco. Standard non significa che siano di semplice utilizzo perché hai bisogno di persone che poi sappiano gestirli: non sono prodotti tradizionali venduti anche senza specifica di cui non interessa quasi che utilizzo venga fatto. Stiamo parlando di prodotti che hanno una componente tecnica importante e purtroppo, spiace dirlo, capita che alcuni non abbiano ancora capito come si usano. E poi ci sono magari prodotti che esistono da 20 anni, ma non sono mai stati presi in considerazione perché il mercato era “pigro”, in alcuni contesti è molto difficile cambiare. Spinti da motivi di mercato e anche tecnici, perché assicurano prestazioni identiche o migliori, i prodotti di pretrattamento “nanoceramici” che prima non venivano considerati perché ritenuti costosi, oggi sono più richiesti e vengono considerati addirittura economici.

VI – Come funzionano i prodotti nanoceramici?

AB – Ne esistono di diverso tipo, escludendo i più complessi dove serve uno sgrassatore, i classici prodotti nanoceramici sono quelli “tutto in uno”, in cui si pretratta e sgrassa ottenendo dei risultati di buon livello. Qualche nostro cliente li usa da almeno 2 o 3 anni e risultati sono assolutamente comparabili se non migliori ai prodotti tradizionali.

VI – Non c’è la necessità da parte dell’utilizzatore di fare un periodo di prova e compensazione rispetto all’esperienza precedente?

AB – Non si ha più il tempo, perchè si sono determinate alcune situazioni in modo improvviso a cui devi far fronte in tempi rapidissimi ragionando su soluzioni e risposte che avevi ipotizzato per tempo. Quindi quando si parla di prodotti alternativi non si può dire di punto in bianco “oggi cosa offriamo, qual è la zuppa del giorno” e ce la inventiamo di punto in bianco li per lì, è qualcosa che già esisteva prima, semplicemente non veniva presa in considerazione perché non c’era l’esigenza.

VI – La contrattazione con i clienti è peggiorata? Se si sentono dire che è il prodotto è aumentato sono arrabbiati? Non c’è margine di contrattazione?

AB – Al momento no, non c’è. É chiaro che va fatto in modo oculato, ma oggi come oggi non ci sono grossi margini di sopravvivenza sotto i quali poter lavorare, ci è capitato di dire di no e non servire più dei clienti, c’è capitato che qualche cliente non comprasse più perché esasperato, ma non nei nostri confronti ma per quello che sta capitando. In linea generale, i clienti sono comprensivi e capiscono la situazione.

VI – Tornando alla ricerca sui prodotti alternativi, ci sono novità?

AB – Sicuramente si, in generale i momenti di crisi sono sempre stati i momenti più fecondi in assoluto per ricercare metodi alternativi, lo shock petrolifero degli anni 70 ha dato luogo ad esempio, e parlo solo nel settore automotive, alla ricerca e produzione di motori che consumassero molto meno e ha fatto in modo che si pensasse sempre di più al risparmio energetico a tutto tondo, anche in altri contesti, come quello abitativo abbandonando il gasolio per riscaldare a favore del gas metano. Per quanto riguarda il nostro settore le tante soluzioni già disponibili o che si stanno affacciando come tecnologie alternative non servono solo a gestire questo momento di crisi ma potranno permettere una programmazione nel medio periodo, perché le tecnologie si cambiano definitivamente, non si torna mai indietro.

VI – Queste nuove tecnologie, i nuovi prodotti, consentono quindi miglioramento anche ambientale e di prestazioni?

AB – Posso sicuramente affermare che ci sono delle formulazioni a cui stiamo lavorando che potranno dare veramente una svolta importante alle tecnologie di pretrattamento e, di conseguenza, di verniciatura. Saranno prodotti di eccellenza destinati a differenziarsi dagli altri. Le indicazioni di massima per gli anni futuri quindi saranno nella direzione di una accentuata specializzazione, riducendo la diversificazione a favore di soluzioni di elevato livello qualitativo.

VI – In questa ottica come è possibile considerare la ricerca che state facendo sull’uso del grafene?

AB – Tutto quello che riguarda le innovazioni è indirizzato ad ottenere prodotti con elevate prestazioni anticorrosive, risultato che si può ottenere dall’unione di più prodotti. Rispetto ai nostri concorrenti siamo dimensionalmente più piccoli, la ricerca per ottenere prodotti altamente differenzianti rappresenta l’unico modo che abbiamo per avere un ruolo nel mercato. Dobbiamo quindi cercare di essere tra i migliori in quel settore specifico, per noi potrebbe essere l’ambito delle nanotecnologie. L’utilizzo del grafene è una delle strade, non l’unica, ma può dare risultati interessanti. Non è sicuramente una tecnologia per tutti, perché la stiamo sviluppando per indirizzarla a chi cerca delle prestazioni veramente elevate. Siccome avranno dei costi importanti rispetto a una tecnologia standard, dovrà essere indirizzata a settori specifici.

VI – Quali sono le caratteristiche di questi prodotti?

AB – La caratteristica principale è che sono sistemi modulari che lo stesso cliente può utilizzare combinando diversi tipi di prodotti per raggiungere livelli di prestazioni differenziate così come si fa con i cicli di verniciatura: non posso applicare la cataforesi a tutti i prodotti, ad esempio. Quello che stiamo cercando di fare quindi è ideare un sistema a moduli che possa essere utilizzato dal cliente a seconda del risultato che vuole raggiungere. Questi sistemi richiederanno un avanzamento tecnologico anche dal punto di vista applicativo, serviranno sistemi di nebulizzazione efficaci e non di primissima generazione, almeno mediamente evoluti che possano gestire prodotti monocomponenti, bi o tricomponenti. La modularità consentirà di costruire il pretrattamento ideale per ogni prodotto e per la singola richiesta prestazionale, con caratteristiche che si avvicinano ad uno strato simile alla vernice, che consenta di eliminare, ad esempio, il primer. In un’unica fase riusciamo a pretrattare e assicurare quelle caratteristiche di resistenza alla corrosione che prima venivano date applicando un primer, ovviamente in questo caso il vantaggio è economico e non di prestazione, si risparmia l’uso di prodotti e nello stesso tempo si riveste più superficie, si riduce l’utilizzo del forno perché non sono necessarie due fasi di polimerizzazione.

VI – Servirà una rivoluzione di mentalità e impiantistica

AB – Servirà un cambio di mentalità e di preparazione, anche se vediamo già delle verniciature conto terzi pronte, avanzate e organizzate molto bene come aziende, ma ci sono ancora verniciature dove fai fatica a discutere di alternative, sia conto terzi ma anche in proprio. Siamo ottimisti perché in generale questi momenti incentivano la discussione e il confronto per cercare delle strade alternative: in ogni caso non si torna indietro e l’evoluzione si indirizzerà sempre di più verso la sostenibilità, ambientale ed energetica, a favore dell’aumento di prestazioni.

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