LA DIGITALIZZAZIONE DEGLI STRUMENTI DI LAVORO HA CONSENTITO LA POSSIBILITÀ DI RACCOGLIERE UN GRANDE NUMERO DI “DATI” CHE NON SONO ORDINATI. LA GIUSTA LETTURA CONSENTE DI GENERARE VALORE.
Nicola Accialini | accialiniconsulting.com
Oggi vorrei richiamare l’attenzione dei lettori su alcune questioni generali relative al modo in cui i dati e l’automazione possono generare valore all’interno delle aziende manifatturiere.
QUAL È IL VALORE DI UN PRODOTTO O DI UN SERVIZIO?
La mia definizione preferita è quella di Peter Drucker, consulente aziendale e professore, considerato il più grande filosofo del management del XX secolo. Il valore è fondamentalmente ciò che si ottiene per quanto si paga. In modo estremamente sintetico, ciò che si ottiene si misura in termini di qualità e tempi di consegna, mentre ciò che si paga dipende dai costi associati (progettazione, produzione, marketing, ecc.) e dai margini di profitto.
Per massimizzare il valore, quindi, sarà necessario massimizzare la qualità, ridurre i tempi di consegna e ridurre i costi associati.
LA SECONDA DOMANDA CHE CI PONIAMO È: I DATI GENERANO VALORE?
La qualità è definita dal cliente e realizzata attraverso i processi di progettazione e produzione. Entrambi contribuiscono aggiungendo valore al prodotto (VA). I tempi di consegna si riducono riducendo gli sprechi nei processi, detti anche attività a non valore aggiunto.
Lo stesso vale per la riduzione dei costi. Come aggiungere valore al prodotto ed eliminare il non valore? Dobbiamo misurare i processi, quindi raccogliere ed elaborare i dati.
Questa citazione di Edwards Deming, considerato uno dei padri della qualità, riassume al meglio questo concetto: “Senza dati si è solo un’altra persona con un’opinione”.
Perché i dati creano valore? Perché generano conoscenza. Infatti, i dati di per sé non sono utili se non vengono trasformati in informazioni e quindi in conoscenza. E cosa intendiamo qui per conoscenza? La conoscenza è un’informazione che genera indicazioni per azioni future.
Per fare un esempio concreto, oggi esistono molte tecnologie che ci permettono di raccogliere dati di fabbrica in modo economico e automatico. Questi dati dovranno essere analizzati per essere trasformati in informazioni utili. Grazie a queste informazioni, gli esperti, grazie alla loro esperienza nel processo produttivo, sono in grado di prendere decisioni molto più efficienti, sulla base dei dati. Queste azioni vengono poi convertite in valore per l’azienda. Tuttavia: più dati abbiamo, meglio è? Non sempre. Infatti, se la raccolta dei dati è a basso costo, grazie alle nuove tecnologie, è invece più difficile estrarre conoscenza dalle informazioni necessarie. Le aziende si trovano spesso in questa condizione: cruscotti incomprensibili e difficili da interpretare. Quindi, la prima cosa da fare è avere chiaro cosa si vuole misurare e quali metriche utilizzare.
LA TERZA DOMANDA È: L’AUTOMAZIONE CREA VALORE? BEH, DIPENDE.
Parliamo di valore aggiunto, è proprio quello che chiede il cliente. Ad esempio, la verniciatura di una carrozzeria porta un valore aggiunto al cliente, ed è per questo che di solito la automatizziamo grazie alla robotica. Tuttavia, abbiamo anche visto cosa significa attività a non valore aggiunto, quindi pongo questa domanda: se il processo di verniciatura producesse continuamente difetti, avrebbe senso automatizzarlo? Se un processo è inefficiente (spreco), l’automazione automatizza l’inefficienza, aumentandola.
Quindi: automatizziamo solo ciò che è di valore per il cliente: non c’è nulla di così inutile come fare in modo efficiente ciò che non dovrebbe essere fatto affatto.
LA QUARTA DOMANDA È: COSA CERCA IL CLIENTE?
Viviamo nell’era del consumismo e il cliente cerca una grande varietà di prodotti per soddisfare i suoi gusti e le sue esigenze. Per avere sempre più clienti, le aziende devono personalizzare i prodotti, idealmente cliente per cliente.
Quindi, ha senso automatizzare? L’automazione migliora la produttività, ma non ha la flessibilità di un essere umano.
Pertanto, la sfida dei prossimi anni sarà quella di rendere l’automazione più flessibile.
LA DOMANDA FINALE CHE CI PONIAMO OGGI È: COME RENDERE L’AUTOMAZIONE PIÙ FLESSIBILE?
Progettando sistemi di produzione agili. Questi sistemi sono progettati secondo la metodologia lean, identificando il valore, creando il flusso di valore ed eliminando gli sprechi. Inoltre, è necessario sfruttare la tecnologia, creando una cultura dei dati, sfruttando le tecnologie abilitanti e creando sinergie tra le diverse competenze: progettazione, processo, tecnologie.
La quarta rivoluzione industriale è ancora allo stato nascente.
Ma con il rapido ritmo dei cambiamenti nel mondo degli affari e nella società, il momento di unirsi è adesso.