Come tutti sanno, la verniciatura industriale è un processo composto da quattro operazioni diverse ma interconnesse tra loro – pretrattamento alla verniciatura (tunnel); applicazione vernici liquide o in polvere (cabina o, eventualmente, immersione in vasca di cataforesi e altro); polimerizzazione delle vernici (forno); logistica (trasportatore aereo o al suolo) – che portano a dare una finitura estetica (aspetto visivo) e una protezione anticorrosiva per i manufatti metallici, chimico-fisiche per i manufatti plastici, importanti per la vendita dei manufatti prodotti industrialmente. Di queste 4 operazioni, due di esse determinano ancora rifiuti chimici, che devono essere smaltiti a costi sia economici che ambientali notevoli, perché considerati pericolosi.

Gli altri due determinano invece soprattutto rifiuti ambientali, le emissioni gassose. Per riassumere, di seguito gli scarti delle operazioni:

  • fanghi di fosfatazione e di altro tipo
  • sgrassanti saturi di oli rimossi
  • acque reflue di sgrassaggio e risciacquo
  • polveri “fini” non più applicabili elettrostaticamente (vernici in polvere)
  • morchie create dalla spruzzatura di vernici al solvente e all’acqua (40-50% di overspray, raccolto dal velo d’acqua di cabina e precipitato con idonei prodotti chimici oppure,
  • filtri saturi dell’overspray assorbito nelle cabine a secco

Attualmente gli scarti del tunnel di pretrattamento e della cabina di applicazione possono essere recuperati economicamente in due modi differenti, entrambi virtuosi:

  • risparmiando economicamente in fase operativa, da una parte
  • attraverso sistemi di economia circolare dall’altra.
NEL PRETRATTAMENTO

Nel caso della fase di pretrattamento si possono già prevedere risparmi economici interessanti, in quanto la moderna tecnologia permette di procedere a eccellenti operazioni senza creare sgrassanti saturi di oli rimossi, acque reflue da risciacqui e fanghi di risulta, cioè senza produrre rifiuti da smaltire con spese non indifferenti.

NELLA CABINA DI APPLICAZIONE VERNICI

Nel caso della verniciatura a polveri il problema dei “fini”, polveri non più utilizzabili con l’applicazione elettrostatica, da smaltire come rifiuti pericolosi, che incidono per circa il 10% del totale utilizzato, deve essere affrontato decisamente, perché può essere perfettamente risolto con il completo riutilizzo come “materia prima secondaria” per produrre “nuove” vernici in polvere, aventi le stesse caratteristiche fisiche e chimiche della polvere da cui derivano e con caratteristiche paragonabile a quelle prodotte con materie prime “vergini”.

Da tempo la SBS Steel Belt Systems di Venegono Inferiore (VA) recupera perfettamente le polveri fuori specifica scartate – perché appunto granulometricamente non più utilizzabili oppure scadute – dalle aziende che, in questo modo, risparmiano nei costi di smaltimento; attualmente anche la Bullcrem Lack di Riese Pio X (VI), ha cominciato il recupero e il riciclo dei “fini” per offrire alle aziende che verniciano a polveri una collaborazione in ottica di “economia circolare”: molto utile anche per le aziende che si stanno “costruendo” un’etica di sostenibilità.

Nel settore della verniciatura con prodotti liquidi, le operazioni di “economia circolare” sono indirizzate verso le aziende che utilizzano fondi e smalti all’acqua, spruzzati in cabine a velo d’acqua, perché in quelle con filtri a secco l’overspray assorbito (50% dello spruzzato) non può che essere smaltito insieme ai filtri saturi, anche se esiste qualche azienda che li recupera e li riutilizza, ma la polvere separata e caduta dagli stessi, non può che essere ancora smaltita.

L’overspray dell’applicazione di fondi e smalti all’acqua viene diluito dall’acqua del velo e filtrato in un’apparecchiatura di ultrafiltrazione – come succede da anni nelle vasche di cataforesi, in particolare nell’industria dell’auto, in cui il fondo non depositato elettricamente viene risciacquato dal manufatto, ultrafiltrato e restituito direttamente alla vasca di cataforesi – come recupero circolare.

CONCLUSIONE

La verniciatura industriale attualmente permette operazioni di economia circolare, recuperando e riciclando scarti – che così sono sottoprodotti – che attualmente devono essere smaltiti come rifiuti con costi non indifferenti.

Come si deduce da quanto sopra riportato, ancora una volta ci sono le premesse perché le vernici al solvente debbano essere abbandonate: anche un sollievo per i problemi ambientali.

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