Quando venne emessa nel 2006 la legge 152 per la riduzione delle emissioni di solventi in atmosfera, le aziende di verniciatura industriale avevano a disposizione due tecnologie di abbattimento già industrializzate dalla fine degli anni 90:
- i postcombustori rigenerativi
- gruppi e cartucce di carboni attivi di adsorbimento
più qualche tentativo di abbattimento biologico, sperimentato industrialmente in una azienda di verniciatura per conto terzi, ma senza successo commerciale. Purtroppo la rigenerazione dei carboni attivi saturi veniva eseguita in aziende esterne a quelle di verniciatura, rendendo difficoltoso il processo per la non automaticità delle operazioni.
Questioni logistiche e problemi di tempistiche e di sicurezza, oltre agli elevati costi, allontanò la diffusione a favore dell’introduzione generalizzata dei postcombustori: fino al 2014 quando un tecnico di notevoli capacità e competenze, specializzato nei processi trattamento dell’aria in generale e di abbattimento dei solventi in verniciatura, installa il primo impianto automatico di adsorbimento delle emissioni solventi, con rigenerazione dei carboni attivi saturi nello stesso impianto.
Presso la ditta Pezzolato Officine Costruzioni Meccaniche di Envie (Cn), Ezio Crespi installa un sistema di abbattimento solventi provenienti dalla cabina di spruzzatura vernici al solvente e dal forno di cottura, a base di carboni attivi che, una volta saturati dall’adsorbimento, vengono rigenerati nello stesso impianto, a mezzo di vapore autoprodotto, che vengono strippati conseguentemente.
Il successo e le prestazioni dopo anni di funzionamento dell’impianto, sia ambientale che economico (le spese di rigenerazione sono, in un impianto-tipo, pari a circa 50 euro settimanali) hanno convinto anche altri imprenditori di verniciatura ad installarlo – unico del suo genere in Europa – in diversi ambiti della verniciatura (della plastica, del mobile in legno, della metallizzazione fisica e di altri) per trattare da 15.000 a 80.000 m3/ora di aria inquinata da solventi organici.
In conclusione, la risposta al titolo di questa comunicazione è allora: “perché praticamente l’operazione improduttiva, ma necessaria per mantenere indenne l’atmosfera dai solventi prodotti durante la lavorazione, non costa quasi niente nella manutenzione e nella operatività giornaliere”.
Un successo imprenditoriale italiano di notevole validità.