A partire dagli anni 90 questa tecnologia fu lentamente abbandonata perché i principali produttori di PVC, grandi aziende multinazionali, preferirono orientare il mercato all’utilizzo del monocolore (l’estrusione di profili in PVC è solitamente di colore bianco) oppure colorato in massa, cosa che permetteva una notevole economia di scala. Quest’ultima ipotesi naufragò in tempi brevi perché la colorazione in massa non resiste in esterno se non pochi anni. In quegli anni, con il mercato immobiliare in grande crescita, prese il sopravvento il serramento costruito con profili di alluminio, solitamente verniciato a polveri, che consentiva – e tuttora consente – una grande scelta di colori, oltre a garantire molti anni di durata in esterno.
Solo qualche anno dopo i produttori di profili di PVC e i serramentisti offrirono prodotti differenziati dal bianco, ricorrendo alla decorazione superficiale di imitazione legno o altro, utilizzando pellicole adesive decorative, la cui applicazione richiede, per essere economicamente sostenibile, grandi quantità, impianti industriali, limitando la flessibilità e la varietà.
Può rinascere, dopo tanti anni, il “nuovo” mercato della verniciatura di profili in PVC per serramenti?
Potrebbe effettivamente rinascere per due motivi principali:
- la richiesta di sostituzione di vecchi serramenti non energeticamente prestazionali, aiutata da scelte governative di sgravio fiscale, ha dato un grande aiuto ai produttori di serramenti, anche di PVC. La grande varietà di effetti e colorazioni disponibili nei serramenti di legno e anche in quelli di alluminio o altri metalli ha incrementato la richiesta di differenziazione che, come abbiamo visto, la tecnologia di rivestimento con le pellicole decorative non consente
- il secondo motivo altrettanto importante riguarda il costo che, anche dopo verniciatura, rimane ancora inferiore ad altre tipologie di serramento.