Con l’utilizzo di vernici all’acqua l’operazione di verniciatura industriale può permettere all’azienda di organizzare l’attività secondo una “economia circolare”: si produce, si creano sottoprodotti, si recuperano completamente (si risparmia e non s’inquina l’ambiente: impresa sostenibile), vedremo più avanti come.
L’uso delle vernici a solvente, purtroppo, non consente al momento il riutilizzo della vernice captata dal velo d’acqua in cabina, perché i fanghi creati dall’overspray di spruzzatura non sono recuperabili e quindi devono essere smaltiti, come sempre (qualcuno ci ha provato, ma i risultati non sono stati soddisfacenti).
PRETRATTAMENTO
Il pretrattamento delle superfici metalliche prima della verniciatura è la seconda operazione da eseguire dopo il carico dei pezzi sul trasportatore aereo, mono o birotaia.
Crea molti sottoprodotti inquinanti (fanghi fosfatici, soluzioni sgrassanti inquinate dagli oli rimossi, acque reflue dai risciacqui di sgrassaggio e di conversione chimica superficiale, che devono essere trattati prima dello scarico) da smaltire con spese non indifferenti. E’ possibile evitare tutto questo?
L’innovazione tecnologica lo permette.
FORNI DI COTTURA (O POLIMERIZZAZIONE)
I forni di cottura delle vernici a polveri sono esenti da emissioni inquinanti; quelli per l’essicazione delle vernici all’acqua dipende dal residuo di COV contenuto, ma normalmente non raggiungono quantitativi di emissioni di solventi che devono essere controllate (normalmente è solo umidità e piccole quantità di CO2), mentre quelli per l’essicazione delle vernici al solvente (non considerando le emissioni dovute all’utilizzo di un massimo di 50kg/ giorno- secondo permesso legislativo) devono essere obbligatoriamente dotate di postcombustori oppure di impianti di assorbimento solventi con carboni attivi autorigeneranti (che tra l’altro costano meno dei primi).
ALCUNE SOLUZIONI DI ECONOMIA CIRCOLARE
Nel pretrattamento è possibile sostituire lo sgrassante acido o alcalino che, dopo un certo tempo di lavoro diventa completamente inquinato dagli olii rimossi, non sgrassa più e deve essere sostituito con prodotto nuovo (migliaia di litri da smaltire) con uno sgrassante nanotecnologico che, non disponendo in formulazione alcun tensioattivo che emulsiona gli olii, permette alla soluzione per differenza di peso specifico, una volta venuto a galla l’inquinante, di separarlo istantaneamente, così da essere facilmente rimosso da uno stramazzo e la soluzione sgrassante pulita in continuo può operare senza mai essere sostituita. L’acqua di risciacquo osmotizzata viene completamente riciclata senza alcuno scarico.
E’ possibile anche sostituire il fosfosgrassaggio e la fosfatazione tricationica (e la cromatazione e la fosfocromatazione) con convertitori nanotecnologici, che garantiscono anche qualità superiori, con applicazione nebulizzata che quindi limita la quantità di prodotto, senza alcuna necessità di risciacquo, in modo da non creare alcun tipo di fango di risulta né acqua demi di risciacquo.
Qualora si voglia ridurre dimensionalmente il tunnel di pretrattamento dell’impianto a tre o più stadi, è possibile sostituire il processo con il tipo innovativo monostadio a temperatura ambiente, che non crea fanghi, non richiede acqua di risciacquo e riduce la lunghezza del tunnel (con il fosfosgrassaggio circa 25 m, con il monostadio 8-10 m).
VERNICI E SMALTI ALL’ACQUA
La spruzzatura di una vernice all’acqua, in manuale o in automatico, crea un overspray di circa il 40-50% della quantità spruzzata, che viene assorbito dal velo d’acqua di cabina (o dal filtro a secco, in cabina di questo tipo), creando periodicamente morchie da smaltire.
Questo fenomeno però può essere completamente evitato, utilizzando in continuo un impianto di ultrafiltrazione (lo si sta facendo da anni nell’impianto di cataforesi), perché l’acqua del velo è un ottimo diluente dell’overspray assorbito, così da portarlo all’ultrafiltro e recuperarlo completamente.
L’acqua filtrata è recuperata dall’apparecchiatura di osmosi inversa e restituita perfettamente al velo di cabina: così si recuperano anche le vernici bicomponenti e non c’è più necessità di altra acqua.
VERNICI IN POLVERE
Anche l’applicazione di vernici in polvere crea notevoli quantità di overspray, che vengono continuamente riciclate dalle apposite apparecchiature, tramite il ciclone, fino a quando il continuo riciclo non crea “polveri fini”, cioè con una granulometria non più adatta all’applicazione, perché non viene garantita la capacità elettrostatica (circa il 10%).
E’ il momento del loro riutilizzo perché possono essere utilizzate come “cariche” formulative in polveri nuove a costi ben inferiori rispetto a quelle commerciali della stessa qualità finale.
Esiste una azienda specializzata in Italia che opera in questo senso: è la SBS di Venegono Inferiore (Va) con stabilimento a Villafranca Tirrena (Me), alla quale si aggiunge la Bullcrem di Riese Pio X (VI) che offre ai clienti questo servizio. Anche in questo caso non ci sono più rifiuti solidi da smaltire e inoltre si riducono di oltre la metà i costi di applicazione.
CONCLUSIONI
Queste sono solo alcune delle possibili scelte di responsabilità per le aziende che vogliono ragionare in termini di “economia circolare”. Ci sono altre opportunità che abbiamo presentato nelle pagine di Verniciatura Industriale.
E’ oggi possibile, infatti, installare un impianto di verniciatura che permetta all’azienda di riutilizzare e riciclare i pochi sottoprodotti creati ancora dalle operazioni attuali di questo tipo di finitura. Ma soprattutto è possibile installarne uno che non crei alcun rifiuto da smaltire.
Nel primo caso si tratta di applicare alcuni concetti di “economia circolare” alla propria attività di verniciatura, recuperando e riutilizzando una parte o tutti i sottoprodotti creati.
Con la sostituzione completa dell’impianto è possibile progettare soluzioni che non creano alcun sottoprodotto, con risparmi economici fino al 30% circa e nessun inquinamento ambientale: più che di economia circolare, si tratta di risparmio.