Verniciatura Industriale 618

EDITORIALE

SCELTE DI RESPONSABILITA’

La ricerca dei produttori di vernici in polvere, soprattutto nell’architettura, si sta indirizzando verso prodotti con alta tecnologia per la protezione dalla corrosione anche in ambienti climatici avversi. L’esigenza di aumentare l’aspetto protettivo va di pari passo con quello di migliorare quello estetico – penalizzato dal cosiddetto effetto a “buccia d’arancia” che i sostenitori delle vernici liquide utilizzano per rimarcare le differenze evidenti d’aspetto finale della verniciatura – e quello materico, aspetto quest’ultimo che, dal punto di vista della percezione, risulta essere requisito molto importante per progetti di elevata qualità.
Se dal punto di vista dell’aspetto estetico molto è stato fatto grazie a nuove apparecchiature di applicazione a bassa pressione e alta efficienza – prodotte dalle principali aziende del settore – molto dal punto di vista della produttività e risparmio energetico – con le polveri a basso spessore e, ultimamente, a bassa temperatura (130-140 °C) di polimerizzazione – moltissimo con la sostituzione dell’aria compressa con l’azoto, l’aspetto percettivo e materico richiede ancora un approfondimento di ricerca, così come l’aspetto “smart”, cioè funzionale, delle vernici (in questo caso, non solo quelle a polveri, ovviamente).
Attualmente assistiamo sempre di più al diffondersi di vernici che evocano altri materiali in natura, come i metalli ossidati (acciaio, rame, bronzo), oppure i metalli non trattati, come le lamiere rivestite di calamina appena laminate, tralasciando per il momento gli effetti legno, marmo, e altri effetti “innaturali” (perché imitano materiali su superfici completamente diverse), che meritano un’analisi più approfondita.
Questi effetti manifestano la migliore espressione quando vengono utilizzati in modo creativo e non imitativo, come ad esempio nella facciata dell’edificio sportivo per il pattinaggio sul ghiaccio “Patinoire” di Dunkerque, in Francia, dove il colore dell’ossidazione, della “ruggine”, diventa un’occasione per riflettere sul colore e sulla finitura e non sul materiale.
Migliorare la protezione della superficie per allungare la durata temporale dei manufatti, utilizzando la migliore tecnologia a disposizione, anche applicativa; utilizzare vernici all’acqua o ad altissimo solido, o meglio le vernici in polvere, che sono 100% secco; insieme all’aspetto progettuale sull’uso “buono” del colore per i prodotti di consumo – che devono avere una vita più lunga delle “tendenze” –:
queste sono le scelte di responsabilità che servono per la protezione dell’ambiente e per cominciare ad agire contro i cambiamenti climatici.