Sono due le principali tecnologie di metallizzazione “fisica”, alternativa alle galvaniche: la metallizzazione in camere ad evaporazione termica e quella PVD sputtering in plasma. Entrambe le tecnologie consentono la deposizione di sottilissimi strati di metallo sulle superfici.
“Per semplificare – ci spiega Mauro Molteni, della Metallizzazione Molteni di Barzago, in provincia di Lecco – spiego ai miei clienti che la prima consente il riporto di alluminio sull
e superfici dei pezzi ed è soprattutto di tipo “estetico”, mentre la seconda, che prevede la deposizione di diversi metalli, ha un valore “funzionale”, poiché permette prestazioni molto elevate, potendo quindi sostituire le prestazioni tecniche e funzionali della galvanica, processo molto costoso e, soprattutto, molto inquinante, lontano dallo sviluppo ambientalmente sostenibile dei processi industriali”.
Mauro Molteni ha accettato l’invito dell’ANVER di partecipare con la sua azienda come partner all’allestimento di Finiture Green durante la settimana milanese del design, organizzato sulla passerella Highline Galleria che corre sui tetti della Galleria Vittorio Emanuele di Milano, perché pensa che sia indispensabile far conoscere anche ad un pubblico non propriamente “addetto ai lavori” che questa tecnologia può essere un’alternativa “green” per dare l’effetto metallico e cromato agli oggetti. Lo incontriamo in azienda, per approfondire l’argomento anche dal punto di vista tecnico.
RDC – Metallizzazione Molteni è un’azienda “pioniera” nella metallizzazione conto terzi. Quali sono gli elementi che caratterizzano il vostro lavoro?
MM – In effetti la nostra azienda ha un notevole bagaglio di esperienza, essendo nata nel 1965 come “Laboratorio di metallizzazione sottoaltovuoto”. Nel tempo abbiamo messo a frutto questa esperienza che è diventata fondamentale per intraprendere uno sviluppo di alta specializzazione, soprattutto per quanto riguarda il trattamento di contenitori (per la cosmetica e i profumi, ad esempio), bottiglie e altra oggettistica di alta qualità. La specializzazione è fondamentale per poter consigliare al cliente la miglior soluzione possibile.
RDC- Quali sono i materiali che trattate?
MM – I processi, sia quello “termico” con alluminio puro al 99% che il PVD sputtering , dove possiamo utilizzare qualunque metallo o lega, come cromo, nichel, rame, ottone, titanio e altri, ci permettono di trattare moltissimi materiali; la nostra attività è concentrata prevalentemente sulla plastica (varie tipologie) e sul vetro tridimensionale (flaconi, bicchieri, bottiglie, altri contenitori). Per quest’ultimo materiale è in fase di montaggio un nuovo impianto di verniciatura con caratteristiche tecniche innovative e predisposto per la verniciatura con prodotti all’acqua che, abbiamo visto, hanno prestazioni molto positive.
RDC – Come avviene il processo di metallizzazione?
MM – Per quanto riguarda il processo di metallizzazione che ho definito “estetico”, il processo è normalmente costituito da:
– Applicazione del primer: il primer ha la funzione di preparare la superficie in modo che i vapori molecolari o atomici di metallo aderiscano alla superficie, depositando un film sottile (nanometrico)
– Essiccazione in forno
– Metallizzazione: tramite camere in vuoto, vengono trasferite le molecole di metallo (alluminio 99% oppure altri metalli, a seconda della tecnologia adottata) che vengono depositate sul substrato, conferendo al pezzo, che può avere qualsiasi forma, geometria e dimensione, l’aspetto brillante, riflettente, metallico che conosciamo
– Applicazione della finitura ed essiccazione in forno. La finitura ha un duplice scopo: conferisce delle prestazioni tecniche elevate e può valorizzare la superficie con colori o altre finiture (opaca, ad esempio).
Infatti, nel caso delle finiture cosiddette “tecniche”, l’applicazione dello strato di vernice finale (in inglese “top coat”) aumenta le caratteristiche di durezza superficiale, durata, resistenza a sollecitazioni meccaniche, oltre alle caratteristiche intrinseche (vedi in queste pagine i dati di alcune prove effettuate dall’azienda Kolzer, ndr).
RDC – Quali sono le fasi “delicate” di questi processi?
MM – Una delle fasi delicate è la disposizione dei pezzi sui telai, detti anche “portapezzi” o “satelliti”. E’ fondamentale curare il posizionamento, perché da questo fattore deriva sia la migrazione costante delle molecole metalliche sul pezzo per ottenere una superficie omogenea sia, in fase di scarico, la manipolazione in sicurezza. Per questo motivo, ormai da diversi anni, produciamo in casa telai e portapezzi “ad hoc”, che occupano molto spazio nel nostro magazzino. Li mettiamo a disposizione anche dei nostri concorrenti!
Altra fase indispensabile e molto importante è la mascheratura, che per alcuni pezzi è risolutiva per un risultato di qualità.
RDC – La camera di metallizzazione opera in vuoto?
MM – Si, in entrambi i procedimenti il processo avviene in assenza di atmosfera, una condizione indispensabile per assicurare un rivestimento perfettamente uniforme.
RDC – Quali sono i settori produttivi che possono beneficiare di queste tecnologie nel futuro?
MM – Sono innumerevoli i settori dove la metallizzazione è utilizzata da più di mezzo secolo e, a causa delle problematiche ambientali legate alla galvanica, sono in progressivo aumento. La nostra azienda sta percorrendo una decisa specializzazione perché abbiamo a disposizione una impiantistica completa per applicare tutto il ciclo, che consigliamo in particolare ai produttori di packaging per cosmetica e profumeria, dato che l’applicazione del primer livella le imperfezioni della superficie e la finitura (o top-coat) svolge un importantissimo ruolo di protezione dalla degradazione ossidativa e meccanica e dall’attacco chimico di profumi, essenze, oli e altre sostanze chimiche, completando un ciclo di rivestimento multistrato. Ma lo stesso ciclo da ottimi risultati nel caso di oggettistica, anche di lusso, oppure lampade, particolari per l’arredo, per i casalinghi.